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" Il monello "
.204 Medardo Rosso 1858 - 1928
testa in bronzo cm 35
Medardo Rosso frequentò dal 1882 al 1883 l'Accademia di belle arti di Brera dove si dimostrò insofferente all'insegnamento accademico. Iniziò la sua carriera artistica nell'ambito della scapigliatura milanese. Nel 1885 sposò Giuditta Pozzi e nello stesso anno ebbero un figlio, che fu l'unico, Francesco Evviva Ribelle. Il matrimonio naufragò già nel 1889. Proprio nel 1889 si recò a Parigi dove venne a contatto con artisti impressionisti. Ritornò a Milano nel 1914, dove morì nel 1928 in seguito ad un'infezione. Realizzò soprattutto sculture in cera, ma anche in bronzo, terracotta, gesso e disegni a matita e a colori. Espose le sue opere a Parigi al Salon des Artistes Francais, al Salon des Indipendents, nella Gallerie Thomas e Georges Petit, e a Vienna nel 1885. Eseguì alcuni busti per il cimitero monumentale di Milano. Nel 1886 espose a Londra e Venezia e nel 1889 all'Esposizione universale di Parigi. Fu stimato, tra i suoi contemporanei da Edgar Degas e Auguste Rodin. Influenzò, successivamente, artisti come Boccioni, Carrà e Manzù. Nel 1920 espose il Bambino malato, il Bambino ebreo, La Portinaia e l'Ecce Puer, tutte opere eseguite tempo prima, alla Mostra d'arte Sacra di Venezia limitandosi, con una certa irriverenza, a modificarne il nome in San Giovannino, San Luigi, Sant'Orsola ed Enfant de Nazareth Medardo Rosso affermò: Ce qui importe pour moi en art, c'est de faire oublier la matière ("A me, nell'arte, interessa soprattutto di far dimenticare la materia"), infatti le sue sculture sono costituite da forme "non finite", che sembrano suggerire la presenza dell'ambiente circostante.
Medardo Rosso frequentò dal 1882 al 1883 l'Accademia di belle arti di Brera dove si dimostrò insofferente all'insegnamento accademico. Iniziò la sua carriera artistica nell'ambito della scapigliatura milanese. Nel 1885 sposò Giuditta Pozzi e nello stesso anno ebbero un figlio, che fu l'unico, Francesco Evviva Ribelle. Il matrimonio naufragò già nel 1889. Proprio nel 1889 si recò a Parigi dove venne a contatto con artisti impressionisti. Ritornò a Milano nel 1914, dove morì nel 1928 in seguito ad un'infezione. Realizzò soprattutto sculture in cera, ma anche in bronzo, terracotta, gesso e disegni a matita e a colori. Espose le sue opere a Parigi al Salon des Artistes Francais, al Salon des Indipendents, nella Gallerie Thomas e Georges Petit, e a Vienna nel 1885. Eseguì alcuni busti per il cimitero monumentale di Milano. Nel 1886 espose a Londra e Venezia e nel 1889 all'Esposizione universale di Parigi. Fu stimato, tra i suoi contemporanei da Edgar Degas e Auguste Rodin. Influenzò, successivamente, artisti come Boccioni, Carrà e Manzù. Nel 1920 espose il Bambino malato, il Bambino ebreo, La Portinaia e l'Ecce Puer, tutte opere eseguite tempo prima, alla Mostra d'arte Sacra di Venezia limitandosi, con una certa irriverenza, a modificarne il nome in San Giovannino, San Luigi, Sant'Orsola ed Enfant de Nazareth Medardo Rosso affermò: Ce qui importe pour moi en art, c'est de faire oublier la matière ("A me, nell'arte, interessa soprattutto di far dimenticare la materia"), infatti le sue sculture sono costituite da forme "non finite", che sembrano suggerire la presenza dell'ambiente circostante.